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Uno dei dischi più freschi sentiti in questo 2011 è sicuramente “Sin sin sin”, il debutto della band (originariamente messicana) Le Butcherettes, prodotto (per la cronaca) da quel capellone di Omar Rodriguez-Lopez che ci ha pure suonato il basso.
Si racconta che la band sia nata a Guadalajara dalla riot ggrl Teri Gender Bender (in realtà più prosaicamente  Teresa Suarez) e un’altra tizia messicana, autrici di concerti folli in cui tentavano di criticare la condizione schiavistica della donna moderna utilizzando grembiuli insanguinati, piumini, scope, sangue finto, teste di maiale, uova, farina e altre amenità. Nonostante diventino una band di culto nell’underground messicano la batterista lascia e TGB si trasferisce a Los Angeles decidendo di ricominciare da capo con nuovi musicisti (uomini). Ma non lasciatevi confondere dal nome, non hanno nulla a spartire con gruppi come Pipettes, Ronettes, Braillettes, Bobbettes, Marvelettes, Royalettes (giuro che esistono tutti), piuttosto potremmo citare affinità ai primi Yeah Yeah Yeahs, alla Pj Harvey di “Dry” o alle Sleater-Kinney più classiche.
Parentesi/Dubbio: ma sono da considerare (per esempio nella mia lista divisa per nazionalità) un gruppo messicano o uno americano?
Dicevo che il disco è molto piacevole, divertente da ascoltare, per nulla stancante (come invece mi accade di fronte a tante uscite contemporanee). Alcune canzoni molto molto belle (Henry don’t got love, I’m getting sick of you e The actress that ate Rousseau), altre magari che apprezzo meno (The Leibniz language e la conclusiva Mr. Tolstoi) ma le 13 tracce si ascoltano d’un fiato.
Ascoltatelo pure in streaming su bandcamp.

Mp3: Le Butcherettes – Henry don’t got love