Si parte con un’altra gustosa infornata di dischi stranieri del 2019!
Partiamo benissimo con un disco oramai uscito qualche mese fa (a giugno): “The end of radio” degli Shellac è la raccolta delle loro due esibizioni (1994 e 2004) ai Maida Vale Studios per le John Peel Sessions. Ovviamente è assolutamente da ascoltare, anche solo per la title track che, rispetto alla già bella versione su disco, risulta ancora migliore (se li avete sentiti dal vivo è quella con l’aggiunta delle frasi su Martina Navratilova LOL), clamorosa (la trovate qui sotto). Avevo una mezza idea di comprare il doppio vinile ma al momento non posso permettermelo. In ogni caso i tre hanno anche detto che stanno lavorando al materiale per il nuovo disco (e sul profilo Instagram della band spuntano foto e video sibillini a cui metto immediatamente un cuore come unfanboy eccitato). Qui una bella intervista a proposito di questa uscita e come al solito vanno anche a ruota libera su altre mille argomenti, interessantissima come al solito.
Che dire dell’ultimo disco degli Of Monsters And Men intitolato “Fever Dream”? A parte il bel singolo Alligator (che è anche il primo brano in scaletta), il resto è di una noia e di una banalità che mi ha messo uno sconforto che non potete immaginare. Disco più noioso del 2019 secondo me. Alligator è questa (e spesso su alcune radio viene trasmessa):
A proposito di dischi noiosi: se il precedente era sul versante noioso/banale, quello nuovo di Kim Gordon, “No home record” è sul versante/noioso sbadigliante. Eh sì, cari amici, è proprio un pessimo disco e l’unica cosa che si salva sono i singoli. A questo punto diciamolo: musicalmente la Gordon non ne ha azzeccata mezza dopo i SY, se era abbastanza ovvio che dal punto di vista prettamente musicale fosse quella che meno poteva dire la sua, si sperava comunque in qualche guizzo che però non c’è stato. E tutto questo considerando anche l’inutile progetto Body/Head.
Continuiamo con le delusioni dicendo che “Anthropocosmic Nest” (2019), il secondo disco dei Messthetics, è davvero molto più debole del primo. Mi sembra davvero un passo indietro rispetto all’esordio omonimo. E con questo passiamo oltre che non c’è altro da dire.
Che dite, passiamo ascolti migliori?
“All mirrors” di Angel Olsen non è male, necessito di qualche ascolto in più ma è un sì, e sembra anche molto meglio del precedente.
Continuiamo con Jay Som, moniker della losangelina Melina Mae Duterte che ho scoperto grazie a Kepx che ogni tanto trasmette il singolo Superbike (è bello, lo metto appena sotto) e mi aveva intrigato. Il disco intero (ascoltabile su bandcamp) però non è tutto così brillante.
Stef Chura è una cantautrice rock americana molto interessante, potrebbe piacere a tanti (o forse no). Il suo disco “Midnight” (prodotto da Will Toledo/Car Seat Headrest) non è banale, non è noioso, ha un ottimo potenziale, provate ad ascoltarlo qui sul suo bandcamp.
Chiudiamo con i Fastball, chi se li ricorda? Pensavo non ci fossero più invece il trio è tornato già nel 2017 (lo scopro solo adesso). Quest’ultimo disco intitolato “The help machine” è uscito un paio di settimane fa, non è per nulla malaccio e il primo singolo è la title-track: