Rieccoci qui.
Il primo disco dei seattleiani Honcho Poncho, uscito tre anni fa, è stato il mio disco preferito del 2016, quindi vedete un po’ voi. Ora sono tornati con “A good time”, i cui 10 pezzi sono ascoltabili sul loro bandcamp.
Il tanto atteso nuovo disco in comunione tra Calexico e Iron & Wine è arrivato. Il problema è che “Years to burn” mi scivola addosso come farebbe l’acqua sulle piume di un’anatra. Mezza delusione.
Il 7 giugno è uscito (ovviamente su HydraHead) “Final transmission”, nuovo (e sesto) lavoro dei Cave In. A quanto ho capito stavano lavorando sul disco già prima della morte di Caleb Scofield (avvenuta l’anno scorso), per cui si tratta di una specie di raccolta di demo e early take poi sistemate e mixate per farne un album vero e proprio. Era già stato annunciato (a quanto pare il gruppo aveva rilasciato un comunicato a febbraio di quest’anno) ma io lo scopro solo questi giorni. Dappertutto ne parlano benissimo, leggo recensioni molto positive e ad un primo ascolto anche a me è piaciuto.
Chiudiamo con gli Earth e i loro “Full upon her burning lips”, che è uscito già da qualche tempo (il 24 maggio) e si può ascoltare anche sul loro bancamp. Già la copertina è un po’ una sorpresa, diversa da quelle precedenti, a sottolineare il fatto che in questo disco ci suonano solo loro due, ed infatti è solo chitarre e batteria. Se facciamo un confronto diretto con “Primitive and deadly” (2014) allora direi che non ci siamo, ma apprezzo il coraggio e alcune soluzioni. Diciamo che non è una di quelle cose che ascolterei a ripetizione.